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8 MARZO: sciopero globale delle donne

L’Associazione Donne e Giustizia di Ancona, centro antiviolenza provinciale, appartenente alla rete dei centri D.i.Re. (Donne in Rete contro la Violenza), in occasione del prossimo 8 Marzo aderisce allo sciopero globale, promosso dal movimento Non Una Di Meno.

Anche a seguito della recente condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, l’Associazione Donne e Giustizia condivide e fa proprio il seguente documento elaborato dal tavolo di lavoro giuridico-legislativo, che riassume le richieste rivolte agli operatori del settore e finalizzate ad un cambiamento della cultura e della prassi giuridica:[/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]“La cultura giuridica deve cambiare! Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne. Parole d’ordine per scioperare: prevenire, proteggere, riparare oltre che punire. Sulla violenza contro le donne nessuna mediazione.”

Il percorso “NON UNA DI MENO” che riunisce la rete “Io decido”, formata da collettivi, associazioni e cooperative di donne, l’U.D.I. (Unione Donne in Italia) e la rete dei Centri antiviolenza D.i.Re., su tutto il territorio nazionale ha costruito la grande mobilitazione nazionale dello scorso 26-27 novembre 2016 che ha visto scendere in piazza più di duecentomila persone che hanno manifestato contro la violenza sulle donne.

La manifestazione ha ribadito che la violenza contro le donne è un problema strutturale e culturale delle nostre società e agisce in ogni ambito della nostra vita.

Non Una di Meno ha accolto l’appello delle donne argentine che ha già raccolto l’adesione di oltre 38 Paesi per la costruzione di uno SCIOPERO INTERNAZIONALE DELLE DONNE PER L’8 MARZO, al grido di:

“Se le nostre vite non valgono, non produciamo”.

L’8 marzo in diverse parti del mondo le donne si sono mobilitate per il primo sciopero globale. Le attiviste argentine di Niunamenos hanno discusso l’articolazione delle loro pratiche di lotta a partire dal blocco della produzione e della riproduzione. In Polonia, dove un governo conservatore e fortemente autoritario riduce pesantemente gli spazi di libertà, le donne riaffermano la potenza e l’urgenza dello sciopero.

A cento anni dall’8 marzo 1917, torniamo in strada in tutto il mondo, a protestare e a scioperare contro ogni forma di violenza sulle donne.

Chiediamo:

  • La piena attuazione ai principi della Convenzione di Istanbul, ad oggi ostacolata dal permanere di pregiudizi e stereotipi sessisti, discriminatori delle donne;
  • Il riconoscimento di ogni forma di violenza maschile contro le donne compresa quella psicologica, economica ed assistita agita nei confronti dei figli/e minorenni nonché le molestie sessuali sui luoghi di lavoro, sul web e attraverso i social media, violenze ad oggi ancora sottovalutate;
  • La predisposizione di interventi integrati e sistematici aventi la finalità di contrastare la cultura patriarcale e che mettano al centro i diritti della vittima di violenza maschile anche attraverso una efficace prevenzione e una protezione immediata delle vittime;
  • L’abbattimento dei tempi della giustizia civile e penale anche mediante la previsione di una corsia preferenziale nei procedimenti civili ad oggi inesistente (artt. 7,18, 50, 58 della Conv. di Istanbul);
  • Il divieto di mediazione familiare nonché l’esclusione dell’affidamento condiviso nei casi di violenza endofamiliare, provvedimenti che di fatto molto spesso sono fonte di vittimizzazione secondaria per le donne e anche per i figli/e minorenni (artt. 15, 29,31,48, 56 della Conv. di Istanbul);
  • La protezione e l’accesso alla giustizia per le donne straniere vittime di violenza, sfruttamento sessuale e lavorativo, tratta e traffico di esseri umani, indipendentemente dalla loro posizione giuridica sul territorio italiano (artt. 18, 59, 60, 61 della Conv. di Istanbul);
  • La formazione specializzata e l’aggiornamento permanente di tutti gli operatori che entrano in contatto con le vittime di violenza;
  • Il recepimento della direttiva europea sul risarcimento del danno per le vittime di violenza.