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Autore: donneegiustizia

8 MARZO: sciopero globale delle donne

L’Associazione Donne e Giustizia di Ancona, centro antiviolenza provinciale, appartenente alla rete dei centri D.i.Re. (Donne in Rete contro la Violenza), in occasione del prossimo 8 Marzo aderisce allo sciopero globale, promosso dal movimento Non Una Di Meno.

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IL SESSISMO NEI MOVIMENTI Comunicato della Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re.

La Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re esprime solidarietà e vicinanza alla ragazza di Parma che sei anni fa ha subito uno stupro di gruppo nella sede di Raf, la Rete di Parma che si definisce “antifascista”.

Questa ragazza aveva appena 18 anni, aveva perso conoscenza. In tre, forse anche di più, hanno abusato di lei per una notte intera. Gli spettatori hanno filmato la scena e per tre anni hanno fatto circolare il video, mentre una coltre di omertà nascondeva i fatti, proteggendo gli stupratori.

Circondata dal dileggio e dal disprezzo generale, isolata e sola, questa ragazza ora affronta un processo, cui si è arrivati dopo anni e solo per circostanze fortuite. La cosiddetta “galassia antagonista” non le ha fornito nessuna sponda, non ha fatto autocritica, anzi: a questa ragazza arrivano insulti e messaggi di minaccia in cui viene definita “infame” per aver parlato con le forze dell’ordine e con i magistrati.

E quello che ci risulta insopportabile è che mentre la vita per lei è diventata impossibile, i suoi aguzzini vanno in giro senza vergogna, a testa alta. Gli uomini che la hanno stuprata e che hanno filmato il delitto “continuano indisturbati a frequentare cortei, manifestazioni, ridono, bevono birra, escono con ragazze, nonostante giri un video in cui fanno sesso con una donna che sembra morta”, come denunciano in un comunicato le ragazze del gruppo “RomanticPunx”.

Questa storia orribile spiega alla perfezione perché tante donne che subiscono violenza non denunciano. Nella giornata di discussione del 27 novembre scorso a Roma che è seguita alla manifestazione nazionale #nonundimeno uno dei tavoli, fortemente voluto dalle donne più giovani, è stato dedicato al “sessismo nei movimenti”. Questa intuizione si è rivelata preziosa, e questo filone di riflessione e di lavoro è cruciale proprio perché solleva il velo sui comportamenti maschili violenti che si riproducono in qualunque contesto, anche in quelli che si vogliono radicali e progressisti.

Solo la voce libera delle donne, la rete di solidarietà e di sostegno che le donne sanno tessere e mantenere può denunciare e mettere fine a queste sopraffazioni.

D.i.Re. Donne in Rete contro la violenza

Attività di prevenzione

 

Si parla di violenza di genere per intendere ogni tipo di discriminazione o di comportamento aggressivo e pericoloso diretto verso una persona sulla base del suo sesso o orientamento di genere. Colpisce tutti, ma le donne e le ragazze in modo sproporzionato, riflettendo il loro ruolo subordinato nella società.

Le violenze che le donne subiscono affondano le proprie radici nelle norme, valori e credenze sociali che sostengono una iniqua gerarchia di potere tra uomini e donne, ma anche tra uomo e uomo e tra donna e donna.

Non solo queste norme comunemente accettate in modo acritico a partire dalla tradizione del patriarcato che non si è mai estinta danno origine alla violenza nei confronti delle donne, ma in molti casi creano un ambiente sociale in cui questi atteggiamenti vengono tollerati e perfino considerati accettabili.

L’uguaglianza di genere è un diritto civile, così come lo è l’educazione. La scuola può e deve porsi l’obiettivo di sviluppare uguaglianza, pari opportunità e pace.

La sensibilità a questi temi all’interno della formazione delle nuove generazioni va al di là del concetto di scolarizzazione; è un beneficio di cui possono godere sia bambini/e che ragazzi/e, che al di fuori dei rigidi stereotipi di genere sono più liberi e capaci di realizzare se stessi, indipendentemente dal sesso e seguendo unicamente aspirazioni e capacità.

Il risultato di una educazione di genere per le bambine e le ragazze è una aumentata autostima, assertività, fiducia nella propria razionalità, indipendenza e impegno nella sfera pubblica; il risultato per bambini e ragazzi è il superamento delle paure del fallimento, la capacità di relazionarsi in modo non aggressivo, la capacità di sentire ed esprimere emozioni e l’impegno nella sfera privata.

Se rappresenti una scuola e desideri proporre attività di prevenzione ai tuoi ragazzi e ragazze, invia una richiesta a [email protected].

WELFARE? CAMBIAMO GENERE

 

È innegabile che la crisi economica e la crisi di un sistema sociale, dove i diritti delle persone sono sempre meno garantiti, ha fortemente penalizzato il genere femminile.

La precarietà del lavoro, i tagli al sociale e alla sanità, le difficoltà della scuola pubblica, infatti, hanno un’incidenza negativa sull’emancipazione e sulla libertà di scelta delle donne.

Questa situazione è ancora più pesante per le donne vittime di violenza domestica, poiché la mancata indipendenza economica e l’assenza di strutture di supporto, rischiano di tenerle legate al maltrattante.

Per le istituzioni, allora, il contrasto alla violenza di genere deve passare anche per un ripensamento del welfare che oggi non appare più in grado di dare risposte adeguate. La politica del reddito minimo garantito o le esperienze di sharing economy, ad esempio, possono dare un contributo importante per riprogrammare un sistema sociale che tuteli in maniera più efficace le donne.

Il convegno tenutosi il 21 ottobre 2016 a Senigallia e organizzato dalle quattro associazioni che nella provincia di Ancona gestiscono uno sportello antiviolenza, ha voluto essere uno spunto per portare un nuovo pensiero politico e condividere esperienze positive che possano stimolare le pubbliche amministrazioni a sostenere progetti che favoriscano una reale emancipazione della donna.

  • Donne e Giustizia di Ancona
  • Dalla parte delle donne di Senigallia
  • Casa delle donne di Jesi
  • Artemisia di Fabriano

 

Chi siamo

Siamo un gruppo di donne
con l’obiettivo della parità tra generi e
la piena realizzazione del potenziale femminile

L’associazione DONNE E GIUSTIZIA. . .

. . . si pone la finalità di contrastare il fenomeno della violenza di genere in tutte le sue forme – fisica, psicologica, sessuale, economica – e lo stalking, promuovendo così il benessere, il rispetto della dignità personale e l’autonomia delle donne.
La metodologia di intervento si basa su una lettura del fenomeno della violenza in un’ottica di genere: le radici della violenza vengono individuate in fattori storici, sociali e culturali che sostengono ed alimentano una sostanziale disparità di potere tra uomini e donne.
L’obiettivo è quello di contrastare la vittimizzazione, valorizzando l’individualità della donna, le sue risorse, le sue capacità di auto-determinarsi e di instaurare relazioni sane, basate sul rispetto e, naturalmente, libere dalla violenza.

Documenti dell’Associazione


  • Documento di buona causa

    di Donne e Giustizia

    Scaricalo

  • Carta dei servizi

    del centro antiviolenza

    Scaricalo

  • Accordo di cooperazione

    rete antiviolenza Ancona

    Scaricalo

  • Rendiconto contributi pubblici 2021

    Scaricalo

“DONNE & GIUSTIZIA aderisce alla rete nazionale D.i.Re:
“Donne in Rete contro la violenza”

Donne e Giustizia

La nostra storia

Donne e giustizia è un organizzazione di volontariato nata nel 1984, inizialmente composta da avvocate desiderose di lavorare attorno alle tematiche giuridiche relative al rapporto uomo-donna con particolare attenzione alle relazioni violente. In seguito il progetto è stato condiviso da altre professioniste e non, dando vita ad una realtà che ormai da oltre trent’anni fornisce

  • Dal 2000 l’associazione ha reso sistematico e stabile un servizio di consulenza legale e psicologica gratuito alle donne vittime di maltrattamenti.

    2000

  • Nel 2006 Donne e Giustizia ha sottoscritto la Carta della Rete Nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. Nello stesso anno, entra all’interno del Progetto nazionale Arianna – 1522.

    2006

  • Nel 2008 inizia a gestire il Centro antiviolenza provinciale istituito dalla L.r. 32/2008 e diventa membro permanente dell’Osservatorio Regionale sulla violenza contro le donne e del Forum Permanente contro la violenza alle donne. Nello stesso anno partecipa in qualità di socio fondatore alla costituzione dell’associazione nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza).

    2008

  • Nel 2010 Donne e Giustizia firma il protocollo di intesa con la Provincia di Ancona per l’attivazione dello sportello anti-stalking all’interno del Centro antiviolenza

    2010

  • Nel 2013 su iniziativa di “Donne e Giustizia”, prende avvio la rete territoriale di contrasto alla violenza della città di Ancona (Centro antiviolenza “Donne e Giustizia”, Servizio sociale del Comune, Consultorio familiare, Procure generale e per i minorenni, Tribunali ordinario e per i minorenni, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, Cooperativa “La Gemma”, Ufficio della Consigliera di parità effettiva per la Provincia, Ospedali Riuniti). Nel 2016 viene firmato l’accordo di cooperazione della rete antiviolenza della città di Ancona.

    2013

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LINGUAGGI DI GENERE

 

Il progetto di un seminario di approfondimento degli aspetti linguistici della discriminazione di genere scaturisce dalla volontà del Centro antiviolenza di Ancona “Donne e Giustizia” di contrastare il fenomeno della violenza sulle donne intervenendo non solo a riparare i danni sulle vittime, ma anche a monte, contribuendo a modificare la rappresentazione sociale della donna, che è la radice di ogni violenza di genere.

Una proficua collaborazione tra il Centro antiviolenza, la Consigliera di Parità Effettiva per la Provincia, il Comune di Ancona e la Cooperativa sociale “La Gemma” ha reso possibile la realizzazione di questo evento formativo, “Linguaggi di genere”, che si è tenuto nella giornata del 29 novembre 2013. Un ringraziamento va anche al Centro Servizi per il Volontariato Marche che ha in gran parte finanziato il progetto.
Le relatrici che si sono succedute hanno affrontato da diverse angolazioni la tematica del sessismo nella cultura e nel linguaggio.

Simona Cardinaletti è una psicologa e psicoterapeuta. In passato è stata coordinatrice ed attualmente è responsabile della Casa rifugio “Zefiro”, gestita dalla Cooperativa “La Gemma”, che ospita donne con o senza figli minori, che lasciano la casa coniugale per motivi di violenza. Il suo intervento ha approfondito i principali aspetti culturali che sottostanno alla violenza di genere, in quanto manifestazione di una storica disparità nei rapporti di potere tra uomo e donna. Ha messo in luce la portata del fenomeno violenza contro le donne, mettendolo in relazione alla discriminazione che le donne subiscono a livello sociale in tutti gli ambiti e sradicando la diffusa ma erronea convinzione che la violenza di genere sia da ascrivere all’ambito relazionale ed individuale.

Pina Ferraro Fazio, Consigliera di Parità Effettiva per la Provincia di Ancona, ha illustrato lo stato dell’arte delle politiche di contrasto delle discriminazioni e di promozione delle pari opportunità tra generi.

Cecilia Robustelli è professoressa associata di Linguistica italiana presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e collaboratrice dell’Accademia della Crusca. È indiscussa autorità a livello nazionale ed internazionale per quanto riguarda l’ambito di ricerca relativo all’uso della lingua rispettoso dell’identità di genere. Nella sua relazione e nel workshop che ne è seguito, la professoressa Robustelli ha chiarito i “dilemmi” della lingua italiana quando viene usata per rappresentare le differenze di genere ed ha condotto una approfondita riflessione su un uso non sessista della lingua italiana.

L’intervento di Elena Grilli, infine, ha illustrato come il linguaggio usato in modo sessista è violento ed alimenta la violenza verso le donne, denigrandole o aggredendole quando non si conformano all’idea maschile di femminilità. Con il contributo di Simona Cardinaletti, inoltre, ha cercato di approfondire gli aspetti linguistici che emergono nel discorso delle donne vittime di violenza, le quali, oltre agli ostacoli materiali, nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza incontrano anche ostacoli “simbolici”, in termini di difficoltà di percepire se stesse come degne, alla pari, meritevoli di rispetto.

È necessario rendersi consapevoli dell’azione del linguaggio in quanto binario su cui viaggia il pensiero, al fine di non restare vittime degli effetti degli automatismi linguistici.

Non è facile e non sarà bastato questo seminario, che tuttavia auspico sia stato una valida occasione per prendere atto degli effetti dei processi di comunicazione sul piano della rappresentazione della realtà, per comprendere gli stretti legami con la violenza di genere, per spingere verso una rimozione dei residui pregiudizi nei confronti delle donne, per stimolare e favorire un cambiamento nel modo di pensare, agire ed esprimersi di tutti e di tutte.

fEMPOWER – il libro

 

Le donne che hanno subito maltrattamenti da parte di un partner o ex partner riportano spesso conseguenze drammatiche, anche sul piano psicologico, causate da un prolungato stato di soggiogamento, da ripetute violenze e talvolta vere e proprie torture sistematiche.

FEMPOWER è il resoconto di una esperienza di gruppo di donne. Incontro dopo incontro, le tematiche sviscerate con la conduzione di una psicologa del centro, sono state: (1) conoscere le dinamiche della violenza e sapersene difendere; (2) gestire le ansie e le paure; (3) difendere i propri diritti e affermare se stesse.

Il libro è volutamente poco teorico e molto pragmaticamente ancorato all’esperienza delle donne e ai loro discorsi, nel loro percorso di graduale conquista della propria sicurezza, autonomia e libertà. Gli spunti che hanno guidato le discussioni di gruppo sono fedelmente riportati, per permettere anche in altri contesti una riproposizione altrettanto proficua e ricca di consapevolezze emergenti.

ACQUISTA ORA IL LIBRO!

LA QUOTA DI PROVENTI SPETTANTE ALL’AUTRICE SARÀ INTERAMENTE DEVOLUTA AL CENTRO ANTIVIOLENZA DONNE E GIUSTIZIA.

 

Scopri altro sul progetto fEMPOWER e sulla sua evoluzione, LA FORZA DELLE DONNE

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